Gallipoli

1

Gallipoli, la cosiddetta “Città Bella”, è stata sempre protetta fin dall’antichità dall’austera cinta muraria, che con i suoi anni di storia, ancora oggi, resiste allo scorrere veloce del tempo, e dà ai suoi abitanti la stessa sicurezza di una volta, quando attaccati dai veneziani o comunque costretti a subire angherie, trovavano rifugio in essa proprio come quando un bambino, scappando dai mali della realtà, trova conforto tra le braccia della madre.

Nei giorni invernali, è accarezzata da venti che si alternano per soffiare sempre più forte sulla piccola città e per dare il frizzante risveglio a tutti i pescatori avvisandoli, con il loro canto stonato, che, il mare oggi non è navigabile. Ma loro non si preoccupano, preparano le reti, salpano le ancore e sono pronti per intraprendere, ancora una volta, un’avventura rischiosa in mare aperto.

Il mare, tempestoso e violento, si presenta ai loro occhi come se volesse ingoiarli nelle sue profondità. Questi uomini coraggiosi, poco loquaci, con l’aspetto pensieroso sfidano il pericolo. Le onde alte del mare di cui conoscono i profondi segreti ed il vento impetuoso, continuano ad intralciare la navigazione sino a quando non c’è più distinzione tra cielo e mare e questa mescolanza ha il sapore della tragedia.


Quando i venti placano la loro ira, regna la quiete, finchè da un alto e logoro campanile suonano le campane, il loro suono è così dolce che culla ancora per un po’ i sogni delle persone.
In questa città tutti si conoscono, le donne dopo la messa si ritrovano in piazza per parlare del presente e di speranze che difficilmente possono realizzarsi. Si parla di cucina, si divertono a ciarlare sui fatti della gente; gli uomini a parlare di lavoro, di calcio o di politica.

Come un cuore senza speranza, affogato dal buio, scende la sera su Gallipoli. Una notte furba ferma il sole che spunta da levante, facendo intendere alla beata gioventù come è difficile ed insidioso il cammino della vita
Così ogni persona chiude gli occhi e s’addormenta, sperando in un domani migliore
Passato il periodo invernale, Gallipoli si sveste della malinconia e dei giorni uguali agli altri giorni per indossare uno sfavillante vestito.
Sin dal primo mattino il sole è il protagonista del cielo, tingendo dei colori dell’alba il mare ed ogni cosa che lo circonda.
Tutto prende vita, i gabbiani volano liberi nel cielo terzo, sfiorando qua e là il mare in cerca di cibo.
Il mare limpido e di color azzurro, verde e smeraldo, invita i bagnanti ad immergersi e rinfrescarsi nelle sue acque ristoratrici.


Gallipoli per le sue bellezze artistiche accoglie turisti da ogni parte del mondo che, quando giunge il momento di partire, portano nel loro cuore e nella loro anima un pezzo di questa terra, sperando, un giorno, di potervi fare ritorno.
Nel tardo pomeriggio, a ponente, vicino al faro, il paesaggio offre una scena bellissima, una scena d’amore, lì all’orizzonte giacciono in un letto intriso di passione il sole ed il mare, in un abbraccio e in una unione di labbra per baciarsi sino all’infinito.
Dopo un’intensa giornata, il sole ormai stanco per aver vegliato su Gallipoli, cede il posto alla luna che, con il suo rossetto bianco, illumina le vie e le corti più nascoste.
La notte regna immobile, quasi assente, come spazzata via dal suono di una musica assordante. Fino alle prime luci dell’alba sono i giovani e i meno giovani i protagonisti della vita cittadina.
Questa è Gallipoli, la città sule rive dello Ionio, anzi la “Perla dello Ionio”.
Gallipoli “Balcone delle fate”, in qualunque luogo ed in qualsiasi momento ti affaccerai, avrai di fronte a te uno spettacolo marinaresco, una meraviglia inesauribile.

Gaia FEDELE
IV Ginnasio